Dopo una buona serie di partite sono finalmente primo nella ladder europea di Starcraft II e per questa sera non gioco più per godermi questo piccolo momento di soddisfazione. Dal momento che ho un po' di tempo tra le mani ho pensato che magari parlare un po' della mia esperienza di vita da giocatore di Starcraft potesse essere interessante per chiunque passi a leggere questo topic (e forse anche per me)


Sin da quando ancora ero un ragazzino ho sempre visto tutto in bianco e nero e ho sempre pensato che l'unico modo di fare le cose fosse di farle alla perfezione. Questa è stata una delle caratteristiche che più mi ha contraddistinto come giocatore e come persona nel corso del tempo, e ha influenzato tantissimo gli eventi della mia vita.
Anche se la mia passione per i videogiochi è cominciata da bambino, la prima volta che ho veramente capito che non mi sarei mai separato dal gaming è stata la mia prima partita a Starcraft online, nel 1998, quando ancora avevo 11 anni. Un amico mi aveva prestato il gioco e da poco avevamo internet in casa. Sono capitato contro un altro ragazzo della mia età, in una partita durata un'ora in cui non abbiamo fatto quasi nulla se non parlare tra noi. Alla fine ho perso, ma non importava. Il fatto di poter comunicare con un'altra persona durante una partita e interagire con essa da enormi distanze mi aveva dato uno stimolo nuovo, ed un modo nuovo e fantastico di passare il mio tempo libero. Nonostante questo la mia connessione non mi permetteva di giocare con più di due persone e al tempo su Starcraft si giocavano principalmente i 3 contro 3, quindi dopo un po' di settimane ho lasciato perdere, rimandando tutto a qualche anno dopo.


Il vero inizio è stato il 2002: avevo ricominciato a giocare gli 1 contro 1 su Starcraft: Brood War con un mio caro amico e avevamo scoperto da poco tutta la competizione che c'era (e c'è ancor più al giorno d'oggi) su quel gioco. Passavamo delle ore a vedere insieme i replays di gente più forte italiana e il nostro obiettivo era diventare più forti. Avevamo scelto entrambi la razza Protoss perchè era la stessa che usavano i più bravi del tempo, e volevamo diventare più forti di loro a tutti i costi. Il mio amico dopo un paio di mesi ha deciso che la competizione di Starcraft non faceva per lui e si è dato a giochi a squadre, mentre io, affascinato brutalmente dall'eSport (o sport elettronico) e dalla possibilità di competere da casa propria e vincere contro giocatori da tutto il mondo, ho sempre continuato a sognare a occhi aperti di poter un giorno diventare il campione italiano, di poter giocare delle partite su un palco, di rilasciare interviste come al tempo facevano i giocatori di punta italiani come Hurricane, Chobo o Light. Quando l'immaginazione prendeva il volo pensavo anche alla Korea, agli stadi pieni di gente che applaudono il vincitore, agli assegni ricchissimi per i vincitori dei tornei più grossi. La cosa bella di tutto questo è che non c'erano limiti, potevo puntare in alto quanto volevo, e il solo pensiero di raggiungere e superare i miei obiettivi per qualcosa che amavo fare era un'emozione fortissima ed eccezionale, e lo è tutt'ora.


Nel 2002, da giocatore quindicenne ambizioso quale ero, non appena uscì Warcraft 3 mi tuffai a capofitto su quel gioco per ripartire da zero e avere dei risultati più facilmente su quel gioco. Era anche un periodo in cui facevo tantissimo sport, quindi per me è stato molto impegnativo sia competere dal punto di vista fisico (con il tennis e il canottaggio) che mentale (con il netgaming). In poco tempo ho avuto ottimi risultati in entrambi gli ambiti, soprattutto per quanto riguarda il netgaming, e dopo circa un mese dall'uscita di Warcraft 3 ero l'italiano più alto nella graduatoria Blizzard e sono entrato nel clan SoL, quello che al tempo era considerato il migliore in Italia. Nonostante questo il gioco non mi soddisfaceva, e dopo circa 3 mesi decisi di rimettermi a giocare a Starcraft seriamente. La scena internazionale su Starcraft era sempre vivissima, in Korea i progamers (o giocatori professionisti) erano sempre più ricchi, e soprattutto era il gioco che più stimolava la mia immaginazione e la mia voglia di migliorarmi sempre più. In quel periodo su Starcraft ho avuto modo di conoscere persone e giocatori eccezionali. Quelli ai quali mi sono sentito più legato erano Vandal e Trapjoe. Il primo oltre ad essere un ottimo player e ad aver creato la Leggenda di Cuzzupino è una persona di grandissima intelligenza che tendeva a sottovalutarsi parecchio. Il secondo era un giocatore ancor migliore, capace di vincere contro chiunque, e nonostante questo è sempre stato una persona umile e che sapeva sempre cosa dire agli altri per incoraggiarli. Prendendo d'esempio le caratteristiche migliori di questi e molti altri che ho conosciuto con Starcraft ho cominciato a progredire velocemente nel tempo, sia come giocatore che come persona.


Il mio primo vero torneo sono state le qualificazione italiane WCG di Genova del 2003. I primi due classificati sarebbero andati in Korea del Sud, a Seoul, a giocare i mondiali di Starcraft. Non mi aspettavo nulla, sapevo che c'era gente molto più esperta e preparata di me, ma sono comunque andato con l'intenzione di vincere. Ho sorpreso tutti battendo molti giocatori considerati più forti di me, tra i quali Giotta e Asoc. Alla fine mi sono piazzato terzo dopo Cafone e Chobo. Sapevo che conoscevano meglio Starcraft, che già competevano da anni prima di me, ma la sconfitta bruciava tantissimo. Quella sconfitta per me è stata fondamentale: ha alimentato una fiamma che già c'era in me e che bruciava più forte che mai. Mi ero reso conto che arrivare a livelli alti in Italia non era così impossibile, e stavo già progettando di muovere i primi passi nella scena internazionale. L'obiettivo era ed è rimasto sempre lo stesso: diventare il migliore, dare il massimo. Sempre. Non sapevo che i veri risultati e i riconoscimenti sarebbero venuti anni dopo, e anche se l'avessi saputo non avrebbe fatto alcuna differenza. Starcraft per me era un'esperienza fantastica e già non vedevo l'ora di giocare il prossimo torneo, un torneo che avrei dovuto vincere a tutti i costi.




Rileggendo tutto mi viene un po' di nostalgia. Penso continuerò il racconto della mia esperienza in un secondo momento, adesso però andrò a guardarmi qualche partita di Starcraft 2 prima di andare a letto.